A mezzanotte tutti a letto: la rivoluzione della TV generalista è iniziata (e funziona)
- Redazione
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La rivoluzione invocata da Pier Silvio Berlusconi – quella di chiudere i programmi di prima serata entro mezzanotte – non è più solo un esperimento: è una realtà che sta già dando frutti concreti. Le due puntate di Temptation Island, andate in onda con la nuova formula “short & sharp”, hanno sfondato il tetto del 30% di share, superando i 4 milioni di telespettatori. Numeri che la stragrande maggioranza delle produzioni invernali, spesso più costose e più lunghe, non ha neanche sfiorato nell’ultimo anno.
Chiudere prima di mezzanotte non è solo una questione di buon senso per chi guarda, ma anche di strategia per chi produce. Lo spettatore riesce a seguire un programma dall’inizio alla fine senza dover abbandonare per sfinimento. Il produttore, invece, può suddividere i contenuti in più puntate, allungando la vita del format e ottimizzando i costi.
Maria De Filippi ci crede. Fascino, la sua casa di produzione, sperimenterà la durata ridotta su altri tre titoli di punta: Tu sì que vales (che guadagnerà due puntate in più), C’è posta per te e Amici.
Il segnale è chiaro: cambiare si può. E soprattutto conviene. Visti i risultati, non ha senso che questa nuova filosofia resti confinata a Mediaset. Sarebbe logico estenderla anche alle produzioni Rai, dove ancora oggi show come Ballando con le Stelle superano – inspiegabilmente – le quattro ore di durata, facendo terminare la serata a notte fonda.
A questo punto, la domanda è semplice: a chi giova un programma che dura fino all’una di notte? Non agli spettatori, né tantomeno agli ascolti in valore assoluto. È ora che anche il servizio pubblico segua la scia.
Perché no, questa rivoluzione non è finita. È appena cominciata.
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