Reality e talent show: gli ascolti delle finali più bassi di sempre
- Redazione
- 7 ore fa
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Il segnale più forte arriva dal Grande Fratello. La finale dellāultima edizione si ferma a 1.620.000 telespettatori e al 14,33% di share, diventando la meno vista di sempre nella storia del reality. Un risultato che certifica senza appello la difficoltĆ di un format logorato da una durata eccessiva e da una narrazione che fatica a rinnovarsi.
Quella che un tempo era una serata-evento, capace di catalizzare pubblico e attenzione mediatica, oggi passa quasi inosservata nel panorama televisivo. Il pubblico generalista non segue più per inerzia, e la finale non rappresenta più un punto di arrivo imperdibile.
Non va meglio a The Voice, che chiude la stagione con 3.036.000 spettatori e il 22,70% di share. Anche in questo caso si tratta della finale meno vista del programma, un dato che pesa per un titolo costruito come grande show. Il brand regge, ma non basta più a garantire numeri solidi nellāatto conclusivo.
Il quadro si completa con Ballando con le stelle, che resta su valori più alti ma non esce indenne dal confronto con il passato. La finale risulta inferiore sia al dato del 2023 (4.176.000 spettatori e 32,89%) sia a quello del 2017 (3.992.000 e 20,30%), fino ag oggi le finali meno viste, confermando una flessione che ridimensiona il peso assoluto del programma pur senza intaccarne la leadership.
Lo Show di Milly Carlucci ha scorporato il dato: 3.911.000 spettatori pari al 21.70% di share dalle 21:36 alle 22:37 e 3.189.000 spettatori pari al 31.70% dalle 22:37 alle 1:56. Un dato alto a fronte di una chiusura paragonabile ai Festival di Sanremo di Amadeus.
Tre titoli diversi, stesso risultato: le finali non sono più una garanzia. Il pubblico ĆØ più frammentato, selettivo e meno disposto a seguire format lunghi solo per arrivare allāultima puntata. In questo contesto, resistono meglio i prodotti seriali e le narrazioni continuative, capaci di creare abitudine e fedeltĆ nel tempo.
Un messaggio chiaro per le reti: il problema non è solo il singolo programma, ma un modello che non riesce più a trasformare la chiusura di stagione in un vero evento collettivo.





