Giampaolo Rossi: «La Rai domina l’informazione, altro che TeleMeloni»
- Redazione

- 19 lug
- Tempo di lettura: 2 min
«I nostri Tg sono la prima fonte di informazione per gli italiani». È uno dei passaggi più significativi dell’intervista rilasciata al Corriere della Sera dall’Amministratore delegato della Rai, Giampaolo Rossi. «Nell’ultimo anno – ha detto Rossi – le ore di informazione giornalistica sono aumentate di quasi il 10%, mantenendo il primato in Europa».
E a proposito di primati: «Le reti generaliste Rai nei primi cinque mesi del 2025 hanno avuto il miglior share da 10 anni a questa parte». Un successo, secondo l’Ad, dovuto alla quantità e qualità dell’offerta («La Rai è tra i maggior produttori di contenuti in Europa, RaiPlay ha il doppio del catalogo della Bbc e noi sosteniamo l’intero comparto dell’audiovisivo. Le prime dieci fiction più viste in Italia sono Rai e alcune sono successi internazionali») ma anche alla capacità dell’azienda di rinnovarsi e adeguarsi alla realtà contemporanea: «Il Servizio Pubblico deve essere in grado di esprimere la realtà plurale della nostra nazione, orientandosi nel tempo complesso in cui viviamo. La Rai lo fa».
E i risultati danno ragione alle scelte dell’Ad: «Stefano De Martino è stata una scommessa vinta quando nessuno ci credeva. E Carlo Conti ha fatto un Sanremo da record».
«Simona Agnes ha le qualità per essere una vera Presidente di garanzia, mi auguro che possa presto essere scelta per quel ruolo», ha aggiunto, riferendosi all’impasse legislativa che ha finora bloccato l’elezione del Presidente.
E, infine, il rapporto della Rai con la politica: «Da una parte, c’è il bisogno di attaccare l’invenzione giornalistico-politica di TeleMeloni. Dall’altra, c’è un tema più grande: il conflitto tra cultura intellettuale e immaginario popolare che ha nella tv il campo di battaglia. Gli intellettuali faticano a capire la tv perché sono spesso lontani dal linguaggio popolare che, cambiando velocemente, li porta a rinchiudersi in uno snobismo estetico. Già in passato programmi oggi cult finirono vittime di una feroce critica televisiva».











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