Salvate il soldato Amadeus: cosa non sta funzionando sul Nove?
- Redazione

- 14 giu
- Tempo di lettura: 3 min
Ad aprile 2024, Alessandro Araimo, amministratore delegato di Warner Bros. Discovery, in un’intervista concessa a Il Corriere della Sera con Renato Franco, spiegava con prudente ottimismo gli obiettivi di ascolto in access prime time per Nove: «Oggi in quella fascia oscilliamo attorno al 4%, se raddoppiamo quella cifra è già un grandissimo risultato, anche se la rete ha dimostrato di saper fare di più». Il punto chiave, diceva, sarebbe stato «la crescita nel tempo». Ma a distanza di mesi, il bilancio appare ben più amaro delle premesse.
L’approdo di Amadeus sul canale generalista di Discovery si è rivelato finora tutt’altro che trionfale. Il primo banco di prova — la fascia preserale da settembre a dicembre 2024 — ha registrato una media del 2,80% di share, un risultato non solo inferiore alle aspettative, ma addirittura battuto in casa da Real Time (canale 31). In access, dunque, non si è verificato quel raddoppio auspicato da Araimo, ma un calo che ha costretto a rivedere piani e ambizioni.
The Cage – Prendi e Scappa, il nuovo quiz dell'access che aveva debuttato con un incoraggiante 5,7% subito dopo la finale del Roland Garros con Jannik Sinner, è crollato in pochi giorni. Venerdì 13 giugno 2025 ha toccato uno dei punti più bassi: 326.000 spettatori e appena il 2% di share.
Sul fronte prima serata meglio è andata a La Corrida, tornata in una veste rinnovata sotto la guida di Amadeus. Le otto puntate hanno registrato una media di 905.000 spettatori con il 6,3% di share, numeri che Warner Bros. Discovery ha definito “sul podio dei programmi più visti di sempre sul canale”. Tuttavia, anche in questo caso, il risultato è sembrato inferiore rispetto al potenziale di un volto come quello di Amadeus.
Infine, l’esperimento Like a Star — elegante nella confezione, curato nella regia e impeccabile nella conduzione — ha faticato a emergere, oscillando tra il 2 e il 4% di share. Segno che la professionalità, pur indiscutibile, non basta quando il pubblico fatica a seguirti su un nuovo canale e in una nuova narrazione.
Ci si chiede se il problema sia stato di percezione. Amadeus, per anni volto rassicurante della Rai, è stato forse percepito come “traditore” da una parte del pubblico? O magari ha scontato una platea poco disposta a “traslocare” sul canale Nove? Di certo non è mancata la qualità, ma forse è mancata l’abitudine. E il tempismo.
Resta ora un contratto in scadenza nel 2028 con Discovery, ma appare evidente che il rapporto costi-benefici non stia convincendo del tutto i vertici del gruppo. E qui emerge un nodo delicato: Amadeus è un professionista che merita ascolti all’altezza della sua carriera. Salvaguardarlo non è solo una questione di “auditel”, ma di valorizzazione di una figura centrale del panorama televisivo italiano.
Il ritorno in Rai, auspicato pubblicamente da Fiorello, appare improbabile nel breve termine. A tendere la mano potrebbe essere Mediaset, dove Maria De Filippi ha già offerto ad Amadeus un posto come giudice ad Amici, regalandogli una boccata d’ossigeno e numeri più confortanti. E, poi, c'è l'amico Gerry Scotti che potrebbe agevolargli il passaggio nel gruppo di Cologno Monzese dove ha debuttato quasi 40 anni fa. Anche se l'ultima volta, il ritorno nel 2007, non andò benissimo.
Ma una cosa è certa: uno come Amadeus merita di più. Merita un progetto vero, un contesto che sappia accompagnarlo — non usarlo. Il pubblico italiano ha ancora voglia di vederlo brillare.
La domanda, ora, è solo una: dove potrà farlo davvero?











Commenti